Libri

Milite Ignoto - quindicidiciotto

Presses universitaires du Midi

Milite Ignoto - quindicidiciotto

Soldat Inconnu quinze-dix-huit

Testo originale e traduzione francese del testo originale di Mario Perrotta Milite Ignoto – quindicidiciotto

Traduzione collettiva a cura di Florence Courriol e Filippo Fonio

Milite Ignoto quindicidiciotto porta in scena le vite dei soldati che nel primo conflitto mondiale conoscono per la prima volta i propri connazionali in una stessa zona di combattimento e cercano di capirsi mentre ognuno parla in modo diverso da quello dei commilitoni. Ispirato a lettere e diari di trincea, il testo costituisce la seconda parte di un dittico dedicato da Mario Perrotta alla Grande Guerra. Perrotta sceglie di mixare vari dialetti d’Italia per creare una lingua al tempo stesso viva e straniante che mostri la guerra in tutta la sua incomprensione, nell’orrore e nei paradossi. La materialità fangosa e sporca delle trincee si mescola all’esplosione delle granate, all’odore del sangue e dei corpi, in un’esperienza multisensoriale in cui le sonorità linguistiche diventano vere e proprie protagoniste della pièce, per costruire un discorso demistificante che mette in discussione i proclami ufficiali e il patriottismo delle élite.

Un soldat de la Première Guerre mondiale se fait porte-parole des souffrances et des pensées de toute une génération envoyée au front, tissant un discours démystificateur qui remet en cause les propos officiels et le patriotisme des élites.
Spectacle-récit de guerre créé le 30 mai 2015 au festival Primavera dei Teatri à Castrovillari (Calabre), au moment des commémorations de la Première Guerre mondiale, Soldat Inconnu 15-18 met en scène le sort des soldats italiens qui, dans ce combat d’une si grande ampleur, vont pour la première fois côtoyer leurs compatriotes dans une même zone de combat et vont apprendre à se connaître. Inspiré de lettres et de journaux de tranchées, il constitue le second volet d’un diptyque consacré à la Grande Guerre.
Mario Perrotta choisit de mélanger plusieurs dialectes et parlers italiens pour créer une langue qui soit la plus vivante mais aussi la plus étrange possible et qui donne à voir la guerre dans toute son incompréhension, sa complexité, ses paradoxes et son horreur. Ce métissage babélique est porté par la figure unique du soldat inconnu qui, dans son soliloque, se démultiplie au son des différents accents régionaux de la péninsule Italienne : on y entend autant de langues qu’il y a d’existences, dont ce militaire anonyme se fait porteur. La matérialité boueuse et crasseuse des tranchées se mêle au fracas des obus, à l’odeur du sang et des corps, dans une expérience multisensorielle où les sonorités langagières sont les vrais protagonistes, pour tisser un discours démystificateur qui remet en cause les propos officiels et le patriotisme des élites.


 

Emigranti Esprèss

Fandango Libri

Emigranti Esprèss

«… Il confine in realtà non esiste.
Ce l’abbiamo solo noi nella testa e quello sì,
è un confine bastardo che stabilisce uomini di serie A e uomini di serie B.»

Era il 1980. Stazione di Lecce. Ore 21 e 07. Come tutti i giorni di ogni benedetto anno, a quell’ora parte il treno degli emigranti che raccoglie le braccia da lavoro della costa adriatica d’Italia, per “fiondarli” tutti insieme fino a Milano, incollati l’uno all’altro dallo “sputazzo” che è il treno stesso.
Arrivati di slancio nella capitale meneghina, gli elastici di quella fionda si allentavano e i pallini umani venivano “sparati” chi verso la Svizzera, chi verso il Belgio, la Germania, la Francia… Nel 1980 su quel treno c’ero anch’io. E avevo solo dieci anni. E viaggiavo da solo! Una volta al mese. Ora mi hanno dato quindici capitoli di libro per raccontartelo quel viaggio. Non so se bastano, ma ci provo…
Dopo il successo radiofonico di Emigranti Esprèss su Radio2 Rai, quel racconto fatto di suono diventa pagina scritta per Fandango Libri.


Il paese dei diari

Terre di mezzo editore

Il paese dei diari

Un romanzo-verità sull’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (AR),
un luogo magico e unico che custodisce le memorie degli italiani.

Con un intervento-prefazione di Ascanio Celestini

Cronologia dell’Archivio a cura di Loretta Veri
foto di Luigi Burroni

“Mi guardo intorno e vedo stanze e corridoi riempiti da chili e chili di ricordi, raccolti in milioni di pagine, assemblate in migliaia di diari, lettere e memorie, un festival del ricordo insomma, un inno perenne alla memoria […]. Sono il tentativo tenace di opporre resistenza alla dimenticanza, in una battaglia impari tra poche migliaia di sopravvissuti contro milioni di esistenze di cui non sapremo mai nulla. Tutte queste cose mi dice o mi fa intuire Saverio e quel timore che si era appena affacciato nei suoi occhi prende corpo davanti a me sul suo volto […]. Anche lui ha paura, come tutti gli autori dei diari conservati qua dentro, di smemorarsi. Degli altri. E di sé.”

C’è un posto, in Toscana, dove sono custodite le storie degli italiani: è l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano (Arezzo), fondato nel 1984 da Saverio Tutino, giornalista, già inviato per alcune tra le maggiori testate nazionali. Oggi i manoscritti depositati sono oltre seimila e il loro numero cresce di anno in anno. L’Archivio è un luogo unico, nato per raccogliere e conservare i diari, le memorie e gli epistolari della gente comune.
Ed è proprio qui che Mario, il narratore di questo romanzo-verità, rimane inavvertitamente chiuso una notte, iniziando così un viaggio che lo porterà a incontrare, scalino dopo scalino, stanza dopo stanza, gli abitanti di questo edificio “magico”, che ogni notte si animano per raccontare la propria storia. Per esempio quella della contadina Clelia Marchi, che scrisse la sua vita su un lenzuolo a due piazze, quella del cantoniere siciliano Vincenzo Rabito, semianalfabeta, che si chiuse in una stanza per imparare a usare la macchina da scrivere raccontandosi in oltre mille pagine, o ancora quella di Orlando Orlandi Posti, affidata a messaggi clandestini scritti dal carcere di via Tasso a Roma prima di essere fucilato alle Fosse Ardeatine…

  • Video: Mario Perrotta legge il primo capitolo del libro al Premio Pieve
  • Acquista il libro online qui