Mario Perrotta

I Cavalieri

Teatro dell’Argine in collaborazione con Castel dei Mondi Festival, Lunatica Festival, Provincia di Massa Carrara e Archivio Rossini Opera Festival

I CavalieriAristofane cabaret

«Non si salva nessuno nel cabaret aristofaneo di Perrotta. A ritmi folli ed entusiasmanti, lo spettacolo cresce, diventa implacabile, rivela la sua alta qualità nel ritmo che tritura la banalità, l’orrore, rendendola materiale teatrale acre»
Massimo Marino, Controscene

Uno spettacolo di Mario Perrotta dai testi di Aristofane
regia di Mario Perrotta
 
con Mario Perrotta, Paola Roscioli, Lorenzo Ansaloni, Maria Grazia Solano, Giovanni Dispenza, Donatella Allegro
 
musiche dal vivo eseguite da Mario Arcari e dagli attori della compagnia
 
Spettacolo vincitore del PREMIO UBU 2011

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“Questo non è Aristofane, questo è Aristofane rovistato e scorretto. Questa è una scorrettezza continua, è una fotografia scattata a sorpresa, senza preavviso, a futticumpagnu. È un Aristofane preso a prestito, quando serve, altrimenti… bastiamo noi”.

Così comincia il mio nuovo cabaret contemporaneo. Come la televisione ci propone ogni giorno, l’agone politico – il momento più alto di una vera democrazia – ridotto a un cabaret, un avanspettacolo truce, fatto di parole vuote berciate al massimo volume, vaniloqui di chi non sa che cosa dice ma poco importa, purché risulti inascoltabile la voce dell’avversario. Complice di questo nulla spettacolare il pubblico inebetito, il popolo, che qui diventa il vero protagonista di una drammaturgia originale. Se con Molière sono stato filologicamente corretto, rispettando testo e versi alessandrini, con Aristofane sarò irriverente, lo prenderò a prestito, mantenendo intatta, però, la veemenza politica dei suoi testi, per realizzare una fotografia d’Italia il più possibile urticante, uno spaccato a sorpresa di un paese complice del potere, un paese che sfoga la sua rabbia per una situazione che, al di là delle rimostranze verbali, continua ad alimentare colpevolmente. ” La storia siamo noi, nessuno si senta escluso”. Basta virare in negativo uno dei versi più noti della canzone d’autore italiana per ritrovarsi di fronte i protagonisti del dissesto sociale e morale in cui viviamo. “C’è la crisi, non si campa più con ‘sta crisi” diventa così, il tormentone dietro il quale nascondere le proprie responsabilità, il mantra italiota che ci libera tutti, l’oppio contemporaneo di un popolo mai diventato nazione. E allora saranno scintille tra contendenti, musica oscena per rime triviali, intermezzi pubblicitari, gran varietà, cavalieri e macellai, e martellanti insofferenze da condominio. Panem et circenses per tutti!

Note di regia

I Cavalieri – Aristofane cabaret è la seconda parte della Trilogia sull’individuo sociale aperta da Misantropo nel 2009. “Individuo sociale” è una contraddizione in termini: un’utopia, una condizione limite a cui tendere. E’ sufficiente l’incontro/scontro con l’altro per mettere in crisi i confini della nostra individualità – e questo lo sappiamo bene tutti. Ed è questa lacerazione tra le proprie istanze e quelle dell’altro che ci governa continuamente, nel nostro agire quotidiano e nella nostra evoluzione di razza umana. Eppure tutti vorremmo essere animali sociali, tutti vorremmo vedere il trionfo definitivo della giustizia, dell’equità e della solidarietà. Il vero guaio è che ognuno – ogni individuo – ha un concetto tutto suo di giustizia, di equità e di solidarietà. E siamo di nuovo al muro contro muro: individuo contro individuo. La trilogia verterà su tre testi: Il misantropo di Molière, I cavalieri di Aristofane, Bouvard e Pécuchet di Flaubert, tre farse violente – o grottesche tragedie – per rispondere ad un interrogativo: siamo per natura individualisti o animali sociali?

Mario Perrotta