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Torna la rassegna CONTEMPORANEO | Teatro del tempo presente

Alza lo sguardo, vieni a teatro!

06/04 FABIANA IACOZZILLI – La classe 

Spettacolo pluripremiato (Premio Ubu, Premio della Critica, In-box), è una macchina scenica perfettamente costruita, tra puppets, performer e voci di adulti, che fa rivivere i ricordi di una classe elementare di 40 anni fa: la maestra, i compagni, le speranze e i timori di allora, e le conseguenze di adesso.

19/04 EMMA DANTE – Il tango delle capinere

Tra le più acclamate e premiate registe in Italia e all’estero, Emma Dante porta in scena una storia grottesca dal sapore marcatamente romantico, che ripercorre a ritroso la vita amorosa di una coppia di anziani, in un intreccio senza respiro, un impasto forsennato di musica ed esuberante vitalità dei corpi.

03/05 PAOLA ROSCIOLI Lireta – a chi viene dal mare

La vita intima e rocambolesca di una donna albanese che sogna nient’altro che l’Italia. Tratto dal diario di Lireta Katiaj (Terre di mezzo Editore), è una storia potente, vera, per un’interpretazione magistrale di Paola Roscioli (finalista ai Premi Ubu come Miglior Attrice per questo lavoro) tra parole, musica e bruciante attualità.

10/05 MARIO PERROTTA – La turnàta

Scritto da Nicola Bonazzi e Mario Perrotta, La turnàta è il secondo capitolo del Progetto Cìncali dedicato all’emigrazione italiana nel secondo dopoguerra di cui il primo dedicato alle miniere del Belgio è stato presentato nella prima edizione di Contemporaneo. Con questo secondo atto siamo nel 1969. Una macchina, tre adulti, un bambino clandestino e un nonno morto. Il viaggio di una famiglia di emigranti italiani da Zurigo al Salento, la loro “turnàta” definitiva al paese.

25/05 POI LA SERA FACCIO TEATRO I- Così è Shakespeare… se vi pare

Gli allievi del primo anno del laboratorio teatrale “Poi la sera faccio teatro” guidati da Alessandro Migliucci sono protagonisti di Così è Shakespeare… se vi pare: una compagnia di attori mirabolanti impegnata nella rivisitazione dell’intera opera di William Shakespeare, con risultati a dir poco esilaranti.

01/06 POI LA SERA FACCIO TEATRO II – Comparse

Gli allievi del secondo anno del laboratorio teatrale “Poi la sera faccio teatro” guidati da Lorenzo Ansaloni sono protagonisti di Comparse: le comparse di uno spettacolo si ribellano alla propria condizione di marginalità, chiudono a chiave in camerino i protagonisti dello spettacolo e prendono il potere. Uno spettacolo allo stesso tempo comico e profondo.

TEATRO SALA DEL SUFFRAGIO – Via Libertà 60 – Medicina (BO)
Inizio spettacoli: ore 21.00
Apertura biglietteria: ore 18.00
 
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 18.00
Telefono, WhatsApp e SMS: 353 4469702
Email: info@marioperrotta.it
 
BIGLIETTI E ABBONAMENTI
Intero € 10 – Ridotto € 7 – Under 18 € 1
Gruppi minimo 5 persone (biglietto €7)
Ingresso omaggio per persone con disabilità
Abbonamenti: € 36 per 6 spettacoli
Biglietti disponibili su www.vivaticket.it e in teatro

un progetto di Permar | Compagnia Mario Perrotta
con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Medicina, Medicina cultura, Sfera Farmacie

Dal vivo. Anna Magnani e il teatro nasce dall’intento di indagare la figura di Anna Magnani, il suo rapporto con lo spettacolo dal vivo, e quello con la figura di Italo Calvino. Entrambi, infatti, sono perfetti rappresentanti del loro tempo, un tempo così profondamente legato alla riconquistata libertà, all’urgenza esistenziale e solare di un intero paese che si affacciava al boom economico, un paese affatto diverso dalla nostra contemporaneità, così pervasa da umori scuri e propensa ad abbassare la guardia intorno a quell’oggetto delicatissimo che è la libertà. Libertà, di fatto, è una parola che sta segnando con forza il nostro tempo – basti pensare a tutta la fase pandemica e ai drammatici eventi bellici ancora in corso – tanto quanto ha segnato l’arco cronologico della Magnani attrice e di Calvino scrittore, teso tra il primissimo dopoguerra e un mondo sull’orlo di un nuovo scontro mondiale tra occidente e blocco sovietico. E il ragionare su questo eterno ritorno di scontri di civiltà, di mondi separati da muri reali o di pensiero, su questo opporre libertà a libertà, non poteva trovare migliore luogo per essere svolto che le sedi archeologiche e storiche che abbiamo scelto per alcune delle attività del nostro progetto, molte delle quali strettamente legate agli “scontri di civiltà” del passato. Da questa congiuntura di temi e luoghi e con il desiderio di celebrare il rapporto tra due figure così distintive nella produzione e nel dibattito culturale del nostro paese, è nato il nostro progetto e il suo articolato programma di appuntamenti in tre tappe lungo l’intero 2023.

progetto ideato da Promemoria per il Piccolo museo del diario
di Pieve Santo Stefano (AR)
in collaborazione con Archivio dei diari, Permàr e Duel

con il sostegno di Regione Emilia Romagna

In un piccolo paesino in mezzo all’Italia, Pieve Santo Stefano, c’è un museo piccolo che è una sorta di scrigno di tesori. Vi si incontrano storie di persone comuni, ognuna con la propria testimonianza di vita, ognuna consapevole che lasciare traccia di sé vuol dire comporre, come in un mosaico, una grande storia collettiva. È un luogo magico che sprigiona emozioni, quelle di chi ha scritto, quelle di chi viene ad ascoltare. Creato dallo studio di interaction design dotdotdot e inaugurato a fine 2013, il Piccolo museo del diario è dedicato a Saverio Tutino, il fondatore dell’Archivio dei diari, la casa delle memorie di tutti, nata a Pieve nel 1984, che oggi di diari ne conserva diecimila.

Mario Perrotta, attore e drammaturgo diventato testimonial dell’Archivio, ha immaginato il museo quando ancora non esisteva raccontandolo nel suo libro Il paese dei diari (Terre di mezzo Editore).

Così può succedere che dopo due anni di pandemia, chiusure e restrizioni, oltre a visitare il museo, si senta forte il bisogno di ritrovarsi intorno alle storie che nei cassetti e nelle stanze del museo sono suoni e immagini. Tra voci di carta è la prima Festa del Piccolo museo del diario: progetto speciale che aggiunge alle parole un interprete che ogni volta racconta una storia, dall’inizio alla fine, con un pubblico vero che ascolta dal vivo e palpita insieme.

Nel 2022 Tra voci di carta ospiterà – negli spazi del Piccolo museo del diario (Piazza Pellegrini Plinio 1, Pieve S. Stefano AR) – 6 appuntamenti per altrettante 6 storie del Museo e sarà possibile solo grazie al raggiungimento dell’obiettivo dell’omonima campagna di crowdfunding lanciata sulla piattaforma Rete del dono: una chiamata a chi ama le storie vere e crede nel valore di ritrovarsi insieme in un progetto culturale per contribuire a creare quello che sarà un appuntamento annuale con la memoria.

Partita il 21 giugno, la campagna ha raccolto l’interesse di numerosi donatori. Grazie a loro è possibile realizzare il primo appuntamento. Saremo felici di aggiungere alla lista di sostenitori tanti altri nomi che permetteranno agli altri incontri con la memoria di prendere vita.

La data del primo è il 7 luglio, una scelta in omaggio a Saverio Tutino nato, appunto, il 7 luglio di 99 anni fa.
In questa occasione Mario Perrotta darà voce e corpo su musica a Povero, onesto e gentiluomo il mirabolante diario di Antonio Sbirziola, siciliano emigrato in Australia per dare alla famiglia l’agiatezza che non ha avuto da giovane. Dall’Australia Sbirziola ha inviato all’Archivio dei diari un numero impressionante di memorie, ben otto, una delle quali vincitrice del Premio Pieve Saverio Tutino nel 2006, che ripercorrono frammenti più o meno ampi della sua vita. Con la sua scrittura ironicamente sgrammaticata, intrisa di parole reinterpretate o inventate, Sbirziola sogna l’amore e insegue l’Australia e non poteva esserci storia più adatta per iniziare questa nuova avventura.

 

 

 

Partita il 21 giugno 2022 con un obiettivo di 9.000€, la campagna di crowdfunding ha raccolto oltre 4.000€ coinvolgendo molti donatori. Grazie a loro è stato possibile realizzare i primi due appuntamenti e sarà possibile mettere in scena i successivi incontri con la memoria: il 13 novembre è in programma Terra matta di Vincenzo Rabito; il 25, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Lireta non cede di Lireta Katiaj; il 20 un’importante novità editoriale: Acqua passata di Massimo Bartoletti Stella, e infine gran finale con Roma ’44 di Orlando Orlandi Posti il 2 dicembre, ultimo appuntamento dell’edizione 2022.

Ideato dall’associazione Promemoria per il Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano (Arezzo) in collaborazione con l’Archivio dei diari, Permàr e Duel, il progetto Tra voci di carta nasce dal desiderio di riscoprire le storie delle persone comuni. Storie che tutte insieme compongono il grande mosaico della storia collettiva; testimonianze in forma di opere d’arte in mostra al Piccolo museo, dove, nelle cinque serate del progetto, le voci degli interpreti Mario Perrotta e Paola Roscioli si aggiungeranno alle voci dei diaristi.

Posti limitati, prenotazione obbligatoria.
Per info: Piccolo museo del diario
Tel 0575 797734
Email biglietteria@piccolomuseodeldiario.it

PER ME SI VA

Incursioni dantesche a Grosseto

 

Per me si va è il progetto ideato per il Comune di Grosseto da Mario Perrotta intorno alla figura di Dante Alighieri.

Due le idee portanti. La prima è quella di rivolgere l’attenzione a quei Canti della Divina Commedia i cui temi risuonano ancora con forza nel contemporaneo – o perché gli interrogativi che sollevano sono ancora irrisolti o perché ci propongono nuove sfide. Perrotta ha infatti chiesto a Stefano Bartezzaghi, Vito Mancuso, Lella Costa, Roberto Vecchioni e Piergiorgio Odifreddi di entrare nelle pieghe della cultura dantesca e indagarne le ripercussioni sull’oggi.

La seconda intende ripercorrere l’esperimento linguistico che Dante stesso mise in atto all’epoca: far assurgere la lingua volgare a dignità poetica, a lingua letteraria. E questo, oggi, è possibile immergendo la parola dantesca nei “volgari” contemporanei: i dialetti della penisola italiana. Saranno autori e attori tra i più apprezzati del teatro contemporaneo come Arianna Scommegna della Compagnia Atir, Valeria Raimondi di Babilonia Teatri, Mimmo Borrelli, Paola Roscioli e, ancora, Lella Costa ad affrontare insieme a Mario Perrotta stesso i canti originali di Dante, la loro riscrittura nelle diverse lingue teatrali di ognuno, così come la riscoperta di celebri traduzioni dialettali della Commedia tra le quali quella in meneghino di Carlo Porta.

Le conversazioni con gli ospiti e il loro intreccio con i momenti teatrali saranno condotti dalla giornalista e critica teatrale Sara Chiappori, che disegnerà percorsi e narrazioni possibili a partire dai temi individuati incontro per incontro, canto per canto.

Il tutto, spostandosi tra il Giardino dell’Archeologia della città di Grosseto, alla spiaggia di Marina di Alberese che accoglierà il pubblico al tramonto, per tornare, in autunno, sul palcoscenico del Teatro degli Industri di Grosseto.

 

 

PROGRAMMA

19 luglio ore 21.00 – Giardino dell’Archeologia

Stefano Bartezzaghi, Arianna Scommegna, Mario Perrotta, Sara Chiappori

Dante e la sua lingua. Presentazione e introduzione ai grandi temi danteschi

(originali danteschi/traduzione in milanese di Carlo Porta)

 

07 agosto ore 19.00 – Marina di Alberese

Vito Mancuso, Mario Perrotta, Sara Chiappori, Meridian sax trio

Fine vita: da condanna infernale al dibattito sull’autodeterminazione dell’esistenza

I suicidi – Canto XIII Inferno (originale dantesco/traduzione in salentino)

 

05 novembre ore 20.45 – Teatro degli Industri

Lella Costa, Sara Chiappori

Le donne in Dante

Canto V Inferno e Canto XXX Paradiso (originale dantesco/traduzione di Carlo Porta)

 

22 novembre ore 20.45 – Teatro degli Industri

Roberto Vecchioni, Valeria Raimondi, Mario Perrotta, Sara Chiappori

Politica e tradimento

Conte Ugolino – Canto XXXIII Inferno (originale dantesco/traduzione in veronese)

 

30 novembre ore 20.45 – Teatro degli Industri

Piergiorgio Odifreddi, Mimmo Borrelli, Paola Roscioli, Sara Chiappori

La conoscenza e i limiti della scienza

Canto XXVI Inferno (originale dantesco/traduzione in napoletano)

 

 

PRENOTAZIONE E ACQUISTO BIGLIETTI
Per tutti gli eventi è obbligatoria la prenotazione ed è fortemente consigliato l’acquisto anticipato.

Dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle 17, è possibile prenotare tramite la segreteria organizzativa del Bucinella Festival al numero 331 7646562 (anche con sms o whatsapp) oppure scrivendo a bucinellafestival@gmail.com.

Per gli eventi al Parco naturale della Maremma è possibile prenotare e acquistare direttamente i biglietti al Centro visite, tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 16.30.
Per informazioni: 0564 393238 | centrovisite@parco-maremma.it

In caso di pioggia, qualora sia possibile, gli eventi saranno spostati al chiuso.

un progetto di e con Mario Perrotta

da un’idea del Piccolo museo del diario

produzione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano

in collaborazione con Giulio Einaudi editore, Rai Radio3, Duel

 

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Cinquant’anni di storia italiana patiti e raccontati con straordinaria forza narrativa.
Un manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso.
Andrea Camilleri

 

Mario Perrotta dà voce e corpo a Terra matta di Vincenzo Rabito, le memorie di un cantoniere semianalfabeta che attraversano un intero secolo.
Con Manuale di sopravvivenza Mario Perrotta si fa forte dei giorni nostri di isolamento forzato, inventando una lettura-spettacolo dalla sua personale reclusione interpretando ogni giorno le memorie di un altro uomo, un cantoniere che ha attraversato un secolo, dalla fine dell’Ottocento al boom economico degli anni ’60.
Un progetto “fatto in casa”, con le musiche originali di Mario Arcari e i brani al pianoforte eseguiti da Silva Costanzo che viaggiano in parallelo alle vicissitudini di Rabito, per ridare al tempo di questa clausura forzata una dimensione più umana, rilassata, una cura dell’anima altrettanto necessaria dopo la prioritaria cura dei corpi.

 

 

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Caporetto non si può dire, ancora oggi. Gli si gira attorno.

Il progetto nasce dal desiderio di ridisegnare la vicenda “emotiva” di Caporetto e della ritirata sul Piave attraverso le memorie dei soldati, degli ufficiali e dei civili che ne furono artefici o vittime. L’intento è di offrire un’occasione di riflessione su quegli eventi e sul silenzio che li ha accompagnati fino ad oggi in campo artistico e nella coscienza comune, per indagare l’accaduto e far scaturire, come spesso accade, nuove riflessioni e nuove prospettive. Per poter dire, finalmente: Caporetto.

Dal 2 al 7 novembre 2017, esattamente nei giorni del Centenario della ritirata di Caporetto, il progetto prenderà vita nella città di Udine – Capitale della Grande Guerra – con spettacoli, workshop e incontri.

Un’attenzione particolare sarà rivolta alle giovani generazioni: il 2 novembre lo spettacolo Milite Ignoto – quindicidiciotto aprirà la settimana di attività e sarà presentato agli Istituti scolastici del territorio, con un incontro dedicato agli Studenti.
Dal 4 al 6 novembre Mario Perrotta condurrà un workshop con gli Allievi attori della Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe.
Il 7 novembre si concluderà la permanenza a Udine con l’evento speciale Caporetto non si può dire presso il Castello, coinvolgendo artisti e musicisti del territorio.

Con la partecipazione degli allievi attori dell’Accademia Palcoscenico del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale

 

“Milite Ignoto” racconta il primo, vero momento di unità nazionale. È, infatti, nelle trincee di sangue e fango che gli “italiani” si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta: veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento acuito dalla babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee. Per questo Mario Perrotta ha immaginato tutti i dialetti italiani uniti e mescolati in una lingua d’invenzione, una lingua che diventa carne viva e che regala allo spettacolo un suono sconosciuto ma poggiato sulle viscere profonde del nostro paese. Il pubblico sarà invitato a raggiungere i 1680 metri di Lunetta di Zebio per assistere allo spettacolo “Milite Ignoto” lì dove, plausibilmente, si svolge la vicenda di quel soldato dimenticato da tutti. Il percorso per raggiungere il sito sarà costellato da interventi di giovani attori, che apparendo e scomparendo tra gli alberi del bosco, daranno corpo e voce ai soldati di cento anni fa , alle loro partenze cariche di speranze, esaltazioni patriottiche e incoscienza di ciò che sarebbe accaduto. Il pubblico così, si troverà già immerso nei pensieri di quegli uomini e nell’aria tesa di quei luoghi in attesa che deflagri il conflitto.
Giunti in sommità, gli spettatori potranno raggiungere le trincee fortificate di Monte Zebio, per ascoltare altri brandelli di vita, lettere dal fronte, pagine di diari legate alle prime esperienze in trincea e al terribile impatto con la realtà del teatro di guerra.
Sarà la luce del giorno che va scemando a condurre il pubblico verso il declivio di Lunetta di Monte Zebio dove, nella sospensione dell’ultimo tramonto e con l’altopiano sullo sfondo, inizierà il soliloquio del Milite e delle cento lingue del suo vocabolario, tante quante sono le esistenze che porta dentro di sé.

I brani dei diari, conservati presso l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, sono tratti dal progetto “La grande guerra, i diari raccontano” a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi

 

Evento realizzato anche mediante il finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di Ales S.p.a.

Tre percorsi nei luoghi di Antonio Ligabue
Quattro giorni di spettacolo per sei repliche
150 artisti di ogni forma d’arte
Un evento unico

vai al sito del Progetto Ligabue >

Bassa Continua – Toni sul Po: uno spettacolo in tre percorsi, dedicato al rapporto tra Antonio Ligabue e il territorio dove visse per 45 anni. I percorsi, collocati in paesaggi urbani e naturali differenti tra loro, proporranno tre approcci diversi per raccontare il rapporto tra il Toni e quella parte di Emilia che corre dall’ex manicomio di Reggio Emilia fino alle rive del Po.

Percorso fiume – Gualtieri
della solitudine e della libertà

Scivolare tra le pioppete della golena del Po addentrandosi, pian piano, nella vegetazione più fitta e selvaggia, seguendo un racconto composto da quattro stazioni e quattro intermezzi, per osservare da dentro quella scelta di profonda libertà e di solitudine che furono i trent’anni passati da Ligabue in un bosco. Gli animali dei suoi quadri e quelli nascosti nelle nostre anime prenderanno corpo e sudore dai danzatori, mentre, in un altro angolo della pioppeta, le tavole da ballo si scalderanno di tacchi e note di violini sotto gli occhi rapiti di Ligabue. Ma basterà un attimo, una melodia senza approdi sicuri, per ritrovarsi davanti alla solitudine fiera del Toni, sussurrata nel silenzio del bosco profondo e alla sua rassegnazione incantata di fronte al canto da sirena della Donna, quella assoluta e irraggiungibile.

Percorso città – Guastalla
degli uomini e dello scemo del paese

Ligabue sembrava non essere nato per un paesaggio urbano. E, infatti, lo seguiremo in questo suo incontro mancato con le linee e gli spazi del paese; attraverseremo i luoghi più affascinanti di Guastalla e Gualtieri, dove il Toni visse quei rari momenti da “cittadino”, senza riuscire mai a comprendere i suoni e le logiche di quei posti e della gente che li abitava. E allora teatro cantato e musiche a lui estranee punteggeranno i tempi della vicenda, dalle soglie del ventennio fascista fino agli anni del boom economico e del cinema. Il tutto come immersi in una bolla d’acqua che altera la vista e i suoni, acqua che divenne dramma con la piena del 1951: un boato e poi il fiume annullò ogni differenza tra gli uomini, tra paesaggi urbani e campagne, sommergendo sotto metri di acqua una parte della bassa reggiana.


Percorso manicomio – Reggio Emilia
della coscienza d’artista

Antonio Ligabue alla conquista di se stesso in una cella di manicomio. Nel padiglione Lombroso dell’ex manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia, tra macchine di contenzione e di cura dall’aspetto macabro, cercheremo del Toni e della sua lotta contro i fantasmi della mente. È in quegli anni di reclusione che il Toni può dedicarsi totalmente alla pittura e alla riflessione su se stesso, sul suo volto. Volto che comincia a imprimere su tela una, due, cento volte. Forte è il bisogno di fissare la propria immagine per non smarrirsi, non perdersi di vista, ma, ancora più deflagrante per Ligabue, è l’intuizione di se stesso in quanto artista. E per tale si propone al mondo, con tutte le sue brutture – ferite, gozzo, naso aquilino, orecchie larghe – come un grido continuo e violento: io sono così sono un artista e tu mi devi guardare!

Vai al sito di Versoterra >

 
IL PROGETTO

Quando ho conosciuto Lireta Katiaj al Premio Pieve nel 2012 (premio annuale organizzato dall’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve S. Stefano, Arezzo), mi sono innamorato immediatamente della sua storia d’immigrata, una storia archetipica che contiene in sé tutte le stigmate del migrare: dalle ragioni fino alle conseguenze di una scelta così forte come quella di lasciare la propria terra.
 
In questi tre anni sono tornato spesso intorno alle pagine del suo diario fino a quando uno dei punti centrali del suo racconto, quel volo in acqua con una bimba di soli tre mesi in braccio, non ha fatto cortocircuito con quell’immagine violenta che la cronaca recente ci ha imposto per settimane su ogni mezzo di informazione: il corpo di quel bambino di soli tre anni riverso sulla spiaggia con la faccia nella sabbia.
È stato uno schianto: il volo di Lireta, il bimbo sulla spiaggia e mio figlio, tre anni anche lui, che dorme tranquillo nel suo lettino. Da quel momento non ho potuto più tenere insieme queste tre immagini senza avvertire un malessere forte, fisico. E quando accade questo, so che spetta al teatro il compito di sciogliere il nodo allo stomaco.
 
La prima idea, come sempre, è stata quella di una possibile drammaturgia, certo, ma non è abbastanza. Perché il bisogno profondo è di maneggiare la materia a lungo, nel tempo e nello spazio, ragionare a più voci e in diverse forme e allora il pensiero corre subito a un progetto che unisca l’invenzione teatrale con la realtà dei luoghi, delle facce e delle voci di chi, ieri e oggi, ha scelto di puntare verso terra attraversando il mare.
 
Nasce così VERSOTERRA – a chi viene dal mare, un progetto che si è svolto in diversi luoghi del Salento, tra Lecce e la costa adriatica e ionica, dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 e ha coinvolto 50 artisti tra attori, musicisti, danzatori, videomaker e fotografi.
 
Mario Perrotta