Mario Perrotta

il Sole 24 Ore

Primavera dei Teatri Credo che se dall’ampio e articolato programma di “Primavera dei Teatri”, il bel festival di Castrovillari, si cercasse di trarre una sintesi, un dato unificante – anche al fine di ottenerne qualche maggiore indicazione su certe tendenze della scena italiana di oggi – si arriverebbe probabilmente a questa constatazione: che esiste, e […]

Primavera dei Teatri

Credo che se dall’ampio e articolato programma di “Primavera dei Teatri”, il bel festival di Castrovillari, si cercasse di trarre una sintesi, un dato unificante – anche al fine di ottenerne qualche maggiore indicazione su certe tendenze della scena italiana di oggi – si arriverebbe probabilmente a questa constatazione: che esiste, e si va sempre più accentuando, una profonda divaricazione tra quelle proposte che, anche sul piano del linguaggio, vogliono mordere la realtà, vogliono cogliere dal vivo umori e smarrimenti del momento, e i puri esercizi teatrali più o meno fini a se stessi.
Tra gli esponenti di maggiore spicco della prima categoria c’è di sicuro la Compagnia […].

Lo stesso atteggiamento, pur di fronte a tutt’altra materia, si rileva nel nuovo spettacolo di Mario Perrotta, Un bès. Antonio Ligabue, prima tappa di un progetto sul pittore naïf: prendendo le mosse dall’infanzia in Svizzera, dall’abbandono da parte della madre naturale Perrotta evoca lo stato di straziante solitudine che segna Ligabue nel suo vagare fra gli argini del Po. L’attore si inventa una straordinaria maschera verbale, un delirio ossessivo – tanto più intenso in quanto lui, pugliese, lo scandisce in una febbrile parlata emiliana – che getta una luce livida sullo sguardo che il mondo rivolge al “diverso”, al non-omologabile, seppure artista geniale.

Rientra invece, a mio avviso, nella seconda categoria […]