I colori di Ligabue
Doppio omaggio al grande pittore visionario: la mostra a Riccione e lo spettacolo a Bologna (…) prodotto dal Teatro dell’Argine, Un bès – Antonio Ligabue, in cui l’attore Mario Perrotta, si trasforma fisicamente nell’artista, ne indossa la cadenza reggiana e dipinge in scena a carboncino, rievocando il rapporto del pittore tra le cose e la loro raffigurazione, in velocità, con tratti secchi, dettagliatissimi.
Con i quadri e con l’azione scenica si rievoca la vicenda esistenziale di un grande irregolare, che seppe trasformare le sofferenze in forma artistica, senza riuscire mai a godere a fondo i frutti della propria abilità. Quasi una metafora per i nostri tempi di precarietà, di conformismo, di crisi. Perrotta punta tutto sull’esclusione dell’uomo Ligabue, sulla follia che lo attraversava, sull’amore tanto cercato e mai avuto. Risale all’infanzia di abbandono in Svizzera, alla solitudine tra boschi e argini nella Bassa. E lo spettacolo, con quel frenetico dipingere e strappare fogli per riempirne altri, con urla trattenute, con occhi sbarrati e un continuo elemosinare quel bacio, diventa un commovente affondo nella vicenda dell’uomo toccato dalla grazia ma come l’albatro di Baudelaire misconosciuto, deriso da uomini, donne e piccini.