Diario da un festival: Primavera dei Teatri
Affonda invece a piene mani nella Storia, quella della Prima Guerra Mondiale, per celebrarne l’anniversario dallo scoppio, e provare a restituire un nome, una voce, una identità a chi in quel conflitto l’ha persa per sempre, il monologo di Mario Perrotta, Milite ignoto – quindicidiciotto, magistrale esempio di scrittura drammaturgica che partendo da uno studio accuratissimo degli avvenimenti, si traduce in una preziosa sintassi dei sentimenti dai molteplici dialetti. Se è vero infatti che l’“italiano” come essere umano rappresentante di una unica nazione e come lingua nasce durante proprio quella guerra, è dalla frammentazione della lingua parlata dai piemontesi e i pugliesi, dai lombardi e i siciliani, dai veneti e i sardi, che Perrotta parte per raccontare coloro che sul campo persero la vita anche solo perché incapaci di comprendere gli ordini impartiti da chi non era un loro corregionale e parlava alla stessa maniera, e per questo ancora di più isolati, abbandonati a se stessi, “ignoti” ai propri stessi commilitoni ma anche al nemico, che non si vede, non ha un volto, ma si combatte da lontano, chiusi ciascuno nelle proprie trincee. Per 70’, come una partitura musicale, ecco che frangenti di vita si affastellano, acquistano drammatica visibilità per poi cadere nuovamente nell’anonimato, ed ecco Perrotta ridare con trasporto ed encomiabile compassione, a ciascuno di essi, dignità, valore, importanza, senza che il racconto di cui si fa testimone e tramite si mai interrompa ma risulti un unico sommesso grido in cui parole dal suono comune diventano il giusto ponte da una regione all’altra, da un pezzo d’Italia all’altro. Così percorrendo lo stivale intero e raccontando la distruzione, la morte, le bombe e gli spari attraverso le paure e le angosce non dei militari bensì degli uomini che si nascondono dietro quelle divise. Così restituendo con la forza delle sole parole e dell’intensa interpretazione, senza alcun elemento accessorio a spettacolarizzare il dolore, umanità a un tragico evento, nel patrimonio di tutti. E che per questo deve necessariamente essere presente nel ricordo di tutti.