Festival di teatro vero
Castrovillari è una cittadina calabrese piuttosto dimessa e abbandonata a se stessa. La sua principale attrattiva è un festival, Primavera dei Teatri, che vive grazie alla tenacia e alla dedizione di chi lo organizza. Eppure una schiera di artisti e critici vi torna fedelmente ogni anno. Perché tornano? Perché, al di là della bontà delle proposte, questo non è un festival come tanti altri: è l’approdo di una comunità che si riunisce, si riconosce, si dà sostegno. A Primavera dei Teatri si mangia insieme, si vedono insieme gli spettacoli, se ne discute. Si condividono pensieri e sentimenti. È forse per questo che Mario Perrotta, ad esempio, una settimana dopo la conclusione del suo faticoso progetto su Ligabue – di cui proprio a Castrovillari si era vista la prima tappa – ha debuttato qui con un altro spettacolo, Milite Ignoto, ispirato a un libro di Nicola Maranesi che raccoglie diari della Grande Guerra. Si poteva pensare che fosse una piccola cosa preparata in fretta, un puro contributo alla causa, invece ci siamo trovati di fronte a una delle più strepitose prove d’attore degli ultimi anni. Perrotta racconta l’esperienza del conflitto – esperienza umana e politica, prima ancora che militare – attraverso una doppia, straordinaria invenzione: da un lato crea una lingua, un particolare impasto di dialetti, veneto, lombardo, toscano, napoletano, sardo, eco della molteplicità, del convergere di un popolo che si incontra per la prima volta in trincea, ma anche metafora di una perdita di identità nell’immane massacro. Dall’altro la usa per evocare percezioni in primo luogo sensoriali, l’impatto uditivo, olfattivo, tattile con la guerra da parte di contadini analfabeti. L’effetto è sconvolgente.
Anche Fibre Parallele ritorna a Castrovillari […]