Figure di donne, ritratti di gioventù
Tra i molti spettacoli ce ne sono stati poi un paio «d’occasione», ovvero legati al fatidico 24 maggio, nel centenario dell’entrata italiana nella prima guerra mondiale. Quello più rilevante è certo quello approntato da Mario Perrotta, che ha scritto un testo ricco e articolato nelle tante lingue degli «italiani» di allora. La forma monologante, seduto immobile per tutto il tempo in primo piano, non giova a sfoderare le mille ricche pieghe del testo. Che quasi fosse un omaggio a Dario Fo e alle sue lingue strampalate, viaggia tra nord e sud con bell’effetto drammaturgico. Vien voglia di leggerlo, alla fine, quel testo, grazie anche alle doti interpretative di Perrotta.