Mario Perrotta

Gli Stati Generali

Chi ha qualcosa da dire, parli ora! Il nodo, ancora, è la drammaturgia. Mai mi troverò ad abdicare all’idea che un teatro – il Teatro, ogni teatro – debba “parlare”, dunque comunicare. Parlare del e al tempo presente, che sia attraverso il passato o il futuro; parlare di noi per quel che siamo.[…] E il […]

Chi ha qualcosa da dire, parli ora!

Il nodo, ancora, è la drammaturgia. Mai mi troverò ad abdicare all’idea che un teatro – il Teatro, ogni teatro – debba “parlare”, dunque comunicare. Parlare del e al tempo presente, che sia attraverso il passato o il futuro; parlare di noi per quel che siamo.[…] E il parlare, in scena, implica una riflessione sul segmento complesso e inafferrabile della drammaturgia. […]

Mi rendo conto di procedere per generalizzazioni, o addirittura per provocazioni, seguendo il filo di una riflessione ampia e dunque inevitabilmente confusa o contraddittoria. Ma insisito. […] Troppo spesso gli autori-registi-attori parlano a un pubblico già d’accordo, già consenziente, già addomesticato alle impervie vie della ricerca […] Ecco allora che la strada di questa “drammaturgia di ricerca” mi appare sempre più faticosa.A chi scrivono? Cosa scrivono? […]

Così, ad esempio, al bel Festival Primavera dei Teatri, di Castrovillari, a fronte di indiscutibili successi di pubblico e critica, alcune prove mi sono sembrate fragili proprio nella prospettiva drammaturgica. […]

Infine il bel lavoro di Mario Perrotta sulla prima guerra mondiale. Bravo, lui, bravissimo: lo sappiamo da anni. In Milite ignoto -quindicidiciotto allestisce il racconto del fronte e delle trincee: la novità consisterebbe nel fatto che il monologo fluttua da un dialetto all’altro, da nord a sud (ahimé, manca il sardo, eppure la brigata Sassari ebbe un ruolo non irrilevante). Però, passato lo scalpore gaddiano della babele linguistica, dopo cinque minuti la storia si svela l’ennesima vicenda dei fantaccini sinceri, degli ufficiali fanatici e dei generali ottusi. Un anno sull’altipiano di Lussu o La Grande Guerra di Mario Monicelli avevano già detto tutto. Come per La Ruina, come per Licia Lanera, anche per Perrotta il pubblico di Castrovillari regala grandi applausi, e le tante recensioni confermano il successo. Ne siamo felici e registriamo il fatto.

Ma intanto continuo a chiedermi come risolvere – se mai si risolve – il problema della drammaturgia del contemporaneo