Mario Perrotta

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Primavera dei Teatri 2015 Con Mario Perrotta torniamo alla Storia, quella con la S maiuscola, parlando della Grande Guerra. Il centenario della Prima Guerra Mondiale, vede, quest’anno, numerosi convegni, studi, pubblicazioni, dedicati alla figura del soldato. Per la prima volta l’attenzione sulla Guerra del ’15- ’18 viene affrontata dal punto di vista del singolo, del […]

Primavera dei Teatri 2015

Con Mario Perrotta torniamo alla Storia, quella con la S maiuscola, parlando della Grande Guerra. Il centenario della Prima Guerra Mondiale, vede, quest’anno, numerosi convegni, studi, pubblicazioni, dedicati alla figura del soldato. Per la prima volta l’attenzione sulla Guerra del ’15- ’18 viene affrontata dal punto di vista del singolo, del privato, attraverso la lettura di carteggi, diari ed appunti personali che aiutano a comprendere il discorso dal punto di vista dell’individuo. La ricerca linguistica e storica di Perrotta presenta sulla scena il Milite Ignoto. Anche in questo spettacolo il discorso sull’individuo e sull’analisi dell’umanità attraverso il singolo, – filo comune in tutti gli spettacoli osservati tra il 30 e il 31 maggio, all’interno del Festival- porta alla luce un punto di vista completamente diverso. L’osservazione del microcosmo conduce ad una maggiore ed approfondita conoscenza e consapevolezza anche dell’evento storico che, al di là di date ed eventi, è costituito da migliaia di uomini. La tendenza all’analisi del privato e dell’individuo emerge costantemente anche all’interno della ricerca accademica, così come l’analisi del multilinguismo diventa elemento storico e culturale di enorme importanza. Il progetto di Perrotta è duplice, così come gli spettacoli: uno intitolato Prima Guerra Mondiale – Quattordicidiciotto, ed il secondo, osservato a Castrovillari, dal titolo Milite Ignoto – Quindicidiciotto. Come tutti ricordano, l’Italia entra in guerra nel 1915, ma dal 1914 la guerra è già in corso. Perrotta ricorda, dunque, anche gli Italiani del Trentino e del Friuli, austro-ungarici, che combattono sin dall’inizio, ma che poi verranno deportati e trucidati dalgi stessi Austriaci. A Castrovillari il milite ignoto italiano racchiude in sé l’unità linguistica di tutti gli Italiani coinvolti nella guerra, ma contiene anche il senso di un’unità mai realmente sviluppatasi in Italia, neanche dopo quella decretata ufficialmente nel 1861. Perrotta descrive migliaia di soldati, parlando in prima persona, facendo confluire tutti nella sua corporeità, quella del contenitore-milite ignoto che testimonia ciò che hanno visto centinaia di soldati. Lo spettacolo – reading in realtà appare come una corsa contro il tempo, attraverso parole semplici, diari e lettere che diventano un discorso unico puntellato da scoppi ed esplosioni in sottofondo, momenti di pause sonore che echeggiano angosciosamente nell’aria. L’osservazione e l’approfondimento, storico, letterario e linguistico, riportato in scena da Perrotta, rivela un lavoro a priori di grande difficoltà e soprattutto di grande attenzione scientifica. L’attore e autore ha ricreato una lingua unica, inventata, che è cucita insieme attraverso i dialetti di tutta Italia, interpretati e pronunciati dall’attore con estrema precisione. Inflessioni, pronunce ( basti pensare al gruppo consonantico “tr” della lingua siciliana, di difficilissima pronuncia, o alla lingua pugliese), e le cadenze, sono state studiate a tavolino con estrema attenzione. Lo stesso Perrotta afferma, durante la conferenza svoltasi a Castrovillari, che la difficoltà di questo lavoro è costituita anche dalla “sutura” effettuata tra i suoni finali delle frasi pronunciate in un dialetto, e quelli iniziali di una frase in un altro dialetto: lavoro linguistico e sonoro di enorme precisione e difficoltà. L’interpretazione di Perrotta catapulta lo spettatore nel fango delle trincee, ascoltandone i rumori, sentendo gli odori della putrefazione, osservando con gli occhi del Milite Ignoto, simbolo dell’umanità in guerra. Immagini cinematografiche prodotte nella mente degli spettatori, unicamente attraverso le parole, poiché l’attore rimane costantemente seduto in scena. Il progetto di Perrotta si lega anche al lavoro intrapreso dalla Fondazione dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve che dal 1984 accoglie i diari e i documenti donati da famiglie e privati, materiali di inestimabile valore, anche all’interno del discorso inedito sul Teatro del Soldato di cui mi sto occupando personalmente.