Mario Perrotta

Il Mattino

Le parole visive di Perrotta e la “Prima Guerra dalla parte degli ultimi Una zoomata di parole visive, come sa fare lui, e in pochi minuti la carta geografica del mondo si rimpicciolisce fino a entrare in un punto, una minuscola linea di confine tra l’Italia e l’Austrungheria del 1914. In quel punto, il Trentino. […]

Le parole visive di Perrotta e la “Prima Guerra dalla parte degli ultimi

Una zoomata di parole visive, come sa fare lui, e in pochi minuti la carta geografica del mondo si rimpicciolisce fino a entrare in un punto, una minuscola linea di confine tra l’Italia e l’Austrungheria del 1914. In quel punto, il Trentino. Sul palcoscenico la guerra mondiale è il destino dei singoli: Toni e Maria (la bravissima Paola Roscioli): vent’anni, sposi promessi e un futuro portato via dalla guerra. Il dialogo a distanza tra i due ha il linguaggio semplice dei contadini cadenzato dalle musiche originali eseguite dal vivo da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari. Per rendere quel dialetto Perrotta ha inventato un gramelot, una lingua impastata di vari dialetti, che toglie la tentazione del provincialismo.