Una nuova Primavera di talenti e scoperte
Bisogna dare atto a Saverio La Ruina, Dario De Luca, direttori artistici, e Settimio Pisano, nel ruolo più defilato ma non affatto secondario di direttore organizzativo, che Primavera dei Teatri non è solo la più importante vetrina teatrale del sud d’Italia, ma è stato il luogo dove, nel tempo, si sono affacciati artisti oggi famosi, quando i loro nomi erano ancora pressoché sconosciuti: Fausto Russo Alesi, Ascanio Celestini e Fausto Paravidino, per citarne solo alcuni.
Chi, dopo l’attribuzione a Mario Perrotta del premio Ubu come miglior attore, si fosse aspettato con Pitùr una sorta sequel di Un bès, ha avuto un sussulto di sorpresa. Con apprezzabile coraggio, l’accattivante affabulatore che conosciamo dai tempi di Italiani cincali! ha sparigliato le carte. Nello spettacolo prodotto da Teatro dell’argine si ritaglia il ruolo di borbottante, quasi clandestino personaggio-coro, mentre in scena sette attori/mimi/danzatori/cantanti si muovono spostando pannelli bianchi, sui quali si proiettano frammenti di pittura. Le slabbrature dei movimenti coreutici e l’intonazione incerta dei cori si direbbero frutto di una consapevole scelta drammaturgica, che restituisce nelle forme di una non levigata poesia un ritratto verace del pittore Antonio Ligabue, “lo scemo del paese”, rivelando in Perrotta un amore autentico per quella figura, oltre a un impegno sincero contro ogni forma di discriminazione del diverso