Ligabue folle in camice bianco
Bianco come una camicia di forza e bianco come una tela pronta per tutti i colori del mondo, quelli che ribollivano nell’immaginario lussureggiante di Antonio Ligabue, a cui Mario Perrotta torna con il secondo movimento di una composita trilogia. Dopo Un bès, in equilibrio tra parole e gesto pittorico, ecco ora Pitùr (fresco di debutto alla Primavera dei Teatri di Castrovillari), che invece ha l’impianto corale di una partitura in movimento per sette performer e un maestro concertatore che di Ligabue è la voce (Perrotta), dentro uno spazio bianco disegnato da pannelli mobili di ombre e suggestioni video dove, tra Verdi e un liscio, sono i corpi a raccontare la solitudine dell’escluso e la potenza ferita dell’artista. Uno spettacolo inquieto e coraggioso.