Telemaco incontra Petrolini – una surreale Odissea nella forma del teatro-canzone
In Italiani Cincali era un postino pugliese che a suo modo teneva vivi i legami tra chi era emigrato verso il lavoro in miniera in Belgio e chi era rimasto nella propria terra. In La Turnata era un bambino, figlio di lavoratori stagionali in Svizzera, protagonista di un lungo viaggio da Zurigo a Lecce per riportare in Italia la salma del nonno morto.
In Odissea, lavoro prodotto dal bolognese Teatro dell’Argine, la musica cambia radicalmente. E non solo perché il bravissimo Mario Perrotta imbocca la strada di un inedita forma di teatro-canzone, ma anche perché il tema del racconto questa volta si fa epico e introspettivo. Perrotta è un Telemaco del Salento che va in cerca del padre portato lontano dalla guerra e dal mare. (…) Telemaco vuole conoscere la sorte di questo padre assente, idealizzato come un eroe ma anche rimpianto nella vita di tutti i giorni. Nell’impresa lo aiuterà un vecchio misterioso e un po’ mago, che passa il tempo su una spiaggia a pulire cozze e sa interrogare il mare in tempesta.
Prenderanno così forma Ciclopi che commerciano in organi umani e Circi che gestiscono discoteche a luci rosse, mentre lui, truccato come un attore di varietà di second’ordine, s’inerpica in vertiginosi non-sense alla Petrolini, ammicca al pubblico, racconta e canta diviso tra la rabbia e lo struggimento per questo padre tanto amato quanto sconosciuto.