L’Odissea di Perrotta è teatro allo stato puro
Magia del teatro: per ricreare un mondo basta la voce e la mimica di un attore. Ovviamente se questi è bravo. E davvero bravo è Mario Perrotta che accompagnato dalla musica dal vivo di Mario Arcari e Maurizio Pellizzari dà vita alle peregrinazioni di Ulisse per l’intero Mediterraneo con il suo spettacolo Odissea. Sul palco vuoto del Teatro CRT Salone di Milano c’è soltanto una cassa di legno con l’etichetta Parigi, ad alludere al tema del viaggio. Punto di partenza e insieme meta desiderata del ritorno è il Salento contemporaneo, dove donna Speranza aspetta da anni il marito partito per la guerra. Le altre hanno avuto la fortuna di veder tornare chi il marito, chi il figlio, vivo, ferito o dentro una bara o anche solo il pezzo dell’uniforme, giusto per poterlo piangere. Lei no: di Ulisse si sono perse le tracce. Ma al piccolo Telemaco racconta le imprese dell’eroe Antonio delle cozze, per tutti gli altri lo scemo del villaggio, ma per lui l’unico contatto col padre che in pratica non conosce. Strano personaggio Antonio delle cozze. Ha stretto un patto con il mare tracciando una linea sulla spiaggia, da una parte il suo dominio, dall’altra quello delle onde. Il mare gli racconta le gesta di Ulisse e lui le riporta al bambino che può così controbattere all’amichetto il cui padre “è ricco e veste classico” che suo padre È un classico! E distrugge città e ha avuto la sua parte nella fondazione di Roma. È un eroe. Ma è dura vivere per anni senza poterlo rivedere e abbracciare, soprattutto quando si ha notizia del suo peregrinare erotico.
In un’ora di grande teatro- cabaret, Perrotta balla, ondeggia, mima, spara una raffica di giochi di parole e anagrammi con cui sgrana il rosario dei patimenti di Ulisse, ma anche di Telemaco e di Speranza-Penelope. Raramente prende fiato. In quest’ora lo spettatore fa il periplo del Mediterraneo e ne sente il profumo, ne rivive le tempeste e le bonacce. All’inizio dello spettacolo l’attore domanda agli spettatori a cosa fa loro pensare la parola “mare”. Può capitare che qualcuno risponda “alle meduse”.
Solo noi gente di pianura possiamo rispondere così, noi che il mare pure lo amiamo, ma non abbiamo la sorte di conoscerlo da generazioni, non l’abbiamo nel sangue né nella memoria condivisa. Ma anche noi amiamo le storie di mare e l’Odissea ne è l’archetipo, per questo Perrotta commuove anche il nostro cuore. I lunghi applausi alla fine ne sono testimonianza.