Mario Perrotta

L’Unità

Guardando la Puglia dalla prua di un barcone Lireta Katiaj è una donna dallo sguardo profondo e fiero. Nei suoi occhi c’è una bella luce, che brilla come una stella in mezzo al cielo scuro. È una persona felice Lireta, ma esserlo diventata è stata la sua grande battaglia della vita. Una battaglia combattuta a […]

Guardando la Puglia dalla prua di un barcone

Lireta Katiaj è una donna dallo sguardo profondo e fiero. Nei suoi occhi c’è una bella luce, che brilla come una stella in mezzo al cielo scuro. È una persona felice Lireta, ma esserlo diventata è stata la sua grande battaglia della vita. Una battaglia combattuta a colpi di determinazione, coraggio e voglia di realizzare il sogno di un nuovo inizio, qui in Italia, lasciandosi alle spalle una volta per tutte l’Albania. Da una parte lei, dall’altra il Salento, in mezzo il mare. E proprio da un palcoscenico sull’acqua, nella cala di Acquaviva a Marittima di Diso, ascoltiamo la sua storia, la storia di Lireta, ultima tappa di un progetto corale e itinerante in terra salentina sul tema della migrazione: Versoterra – a chi viene dal mare (organizzato dall’associazione Permàr e della cooperativa Coolclub).
Partiamo dalla fine, perché il lungo viaggio ideato da Mario Perrotta, autore, attore e regista leccese già premio Ubu nel 2015 con un altro grande progetto (dedicato ad Antonio Ligabue) è soprattutto questo: un momento di riscatto per tutti i migranti, che uscendo dall’oblio si guadagnano il diritto ad avere una identità, come ha fatto Lireta consegnando la sua storia alle pagine di un diario, scritto in lingua italiana e finalista nel 2012 del Premio diaristico Pieve Santo, poi diventato libro (Lireta non cede, Terre di mezzo editore) e ora spettacolo teatrale. Titolo del monologo: Lireta – a chi viene dal mare, interpretato da Paola Roscioli, che come una Medea ci narra delle sue incredibili vicissitudini. Il suo destino sembra segnato ma lei resiste, combatte e va avanti: scopriamo così del padre violento e di quell’ascia che le scaglia addosso col rischio di spaccarle la testa in due, del matrimonio combinato, della caduta dal balcone che le segnerà per sempre il viso e di quel viaggio in gommone con la bimba di soli tre mesi e il tuffo in acqua col terrore di perderla per sempre…
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Intanto si fa notte ed ecco che ci dirigiamo verso un altro luogo magico, cala Acquaviva, stavolta verso Est, dove un anfiteatro naturale accoglie, dal quel palcoscenico sull’acqua, la storia di Lireta, narrata da una Paola Roscioli molto brechtiana, accompagnata dalla chitarra di Laura Francaviglia e dal violoncello di Samuele Riva. Qui si chiude il cerchio, tra rabbia, disperazione e qualche sorriso.