Al Granara Teatro Festival – Commoventi storie di emigranti
Davvero straordinaria la vasta partecipazione al Festival di Granara che si è concluso ieri, tenendo conto in particolare delle difficoltà per raggiungere questa località del nostro Appennino. Si è confermata quest’anno l’eccellente impressione dell’edizione scorsa, un bel clima di lavoro, laboratori per le cinque giornate della rassegna, le compagnie ospiti presenti per tutto il periodo così da favorire scambi, confronti, circa centocinquanta presenze, cui si aggiungono gli ospiti delle singole giornate. tante tende nel bel piano verde, molti bambini, cui erano dedicati incontri speciali il pomeriggio, racconti e letture a cura di Monica Morini del Teatro dell’Orsa. Il progetto ecologico di Granara prosegue durante tutto l’anno, ma questo d’agosto è un periodo speciale. Durante il festival agli spettacoli si alternano incontri, dibattiti, riflettendo concretamente sulle attività svolte e su possibile sinergie. Sabato è stato possibile vedere nel pomeriggio Un romanzo da tre soldi, uno studio in forma di racconto in cui trovano spazio le canzoni di Brecht/Weill con quattro attrici e due musicisti, regia di Francesco Micheli, interpreti Cristina Bugatty, Marta Comerio, Matilde Facheris, Silvia Gallerano, Davide Vendramin e Massimo Betti. Parti cantate, gioco di sguardi, passaggi ironici, paralleli con il nostro presente. E a sera inoltrata, dopo la cena comune in una condizione di grande cooperazione, l’incontro con uno spettacolo di notevole valore, Cìncali in Svizzera, studio per la seconda parte di Italiani Cìncali! di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta, che firma anche la regia ed è unico interprete in scena: un raccontare scandito, il ricordo di un ritorno, La Tùrnata dalla Svizzera, 1969, in quella macchina un bambino di nove anni che ora lascia scorrere immagini, dialoghi, situazioni. Momenti drammatici si alternano ad altri buffi, ma ci sono anche cifre e statistiche, la realtà dell’emigrazione italiana in un forte rispecchiamento tra realtà sociale e storie individuali. Intelligente la costruzione drammaturgica, ben scelti gli stacchi musicali, eccellente la recitazione, ironica e commossa, tra partecipazione e straniamento. Il pubblico incantato. In macchina, in quel viaggio avventuroso di ritorno, sintetizzato nel tempo dello spettacolo, anche il nonno morto in Svizzera, che ritornava alla sua terra seduto tra Nino e la sua mamma, dovendo sembrare che dormisse. Il lavoro degli stagionali, la necessità per i bambini di vivere clandestinamente, la nostalgia. Uno spettacolo importante, coinvolgente. Molti i minuti di applausi. già l’anno scorso si era visto proprio a Granara la prima parte del progetto Italiani Cìncali!, eventi di pregio in un festival di grande interesse anche sul piano nazionale.