Mario Perrotta

Sipario n. 655-656

Italiani cìncali Italiani cìncali! è un progetto nato nell’inverno 2002 e frutto di una lunga ricerca da parte degli autori che ha dato vita a due spettacoli distinti e ha chiuso la prima fase del suo percorso a settembre, con la messa in scena del primo spettacolo sull’emigrazione italiana del secondo dopoguerra. Obiettivo principale del […]

Italiani cìncali

Italiani cìncali! è un progetto nato nell’inverno 2002 e frutto di una lunga ricerca da parte degli autori che ha dato vita a due spettacoli distinti e ha chiuso la prima fase del suo percorso a settembre, con la messa in scena del primo spettacolo sull’emigrazione italiana del secondo dopoguerra.
Obiettivo principale del progetto è stato quello di evidenziare l’emigrazione verso i paesi del nord-Europa, emigrazione concettualmente e sostanzialmente diversa da quella verso le Americhe dove l’idea di tornare era praticamente abolita dall’inizio a causa della lontananza, mentre chi partiva verso i paesi europei economicamente più evoluti, covava il desiderio di tornare, e questa loro provvisorietà li faceva considerare solo braccia da lavoro.
Un anno di ricerche e di studi senza una meta ben precisa perché presto ci si accorgeva che le storie nei vari paesi del Nord e del Sud si assomigliavano tutte, praticamente i paesi si svuotavano e rimanevano solo bimbi, donne e il postino, unico mezzo di congiunzione con gli emigranti e consolatore delle donne per alleviarne la solitudine; così mentre il nostro paese si preparava ad un grosso boom economico e culturale, si nascondeva la testa nella sabbia per non vedere e tacere sulla vergogna di quei poveri figli esuli. E che vita dura e di stenti essi dovettero affrontare e per di più con scarsa considerazione da parte dei loro più fortunati connazionali.
Se non fosse stato lo stesso co-autore e regista Mario Perrotta a spiegarci il significato di questa arcana parola cìncali credo non sarebbe stato possibile arrivare ad alcuna soluzione.
“Cìncali cioè: zingari! – ci dice Perrotta – così credevano di essere chiamati gli italiani emigranti in Svizzera; pare, invece, che fosse una storpiatura di cinq, “cinque” nel linguaggio degli emigranti padani che giocavano a morra, ma comunque voleva dire anche zingari!”
Oltre il deserto del proprio vivere, essi, solo con gli occhi della memoria ritrovano attimi di serenità intrisi di profonda nostalgia, quasi che i ricordi fossero rubati e non parte integrante della loro esistenza.
Un buon lavoro sia per le ricerche, sia per il testo che scorre via veloce ed è decisamente bello, che per la personale interpretazione di Mario Perrotta attore giovane con delle ottime chances al suo attivo.