Grande successo per “Italiani Cincali!” – Un viaggio nel tempo per non dimenticare
Parla, è vero, degli uomini di un paese del sud, del Salento. Ma è una storia universale, che colpisce tutti, anche nel cremasco. Chi non ha avuto almeno un lontano parente o anche un conoscente, che ha vissuto il dramma dell’emigrazione? Reale ed efficace come un pugno nello stomaco, mitigato però, fortunatamente, dal ricordo un po’ boccaccesco della vita delle “vedove bianche”, martedì sera al Cenacolo della Commedia di Pianengo è andato in scena Italiani Cìncali!. Spettacolo o meglio monologo teatrale proposto dall’abilità interpretativa e drammaturgia di Mario Perrotta. Premiato anche con una medaglia al merito dalla Camera dei Deputati, Italiani Cìncali! ci riporta indietro nel tempo, a quando la fame imperversava soprattutto tra le campagne del sud, alla fine della seconda guerra mondiale, e dai muri dei paesi spiccavano ammiccanti manifesti cartelloni rosa inneggianti facili guadagni e confortevoli sistemazioni in cambio di un lavoro sicuro nelle miniere del Belgio. Quello che i cartelloni non dicevano ce lo ha confessato martedì Perrotta. Tra cronaca e narrazione l’attore pugliese infatti ha ricostruito la vita dei minatori in Belgio, prima e dopo Marcinelle. Ne è nato uno spettacolo al limite tra Storia e affabulazione, in cui si ride, anche, ma si ride amaro. Per lo più invece si soffre insieme con tutti quei poveri ragazzi che hanno lasciato ogni speranza nelle viscere della terra, “venduti dalla Stato italiano per un pugno di carbone belga. A casa ad aspettarli donne, famiglie che pochi avrebbero rivisto, pena le frane, la silicosi che li stroncava una volta tornati a casa. Il destino di tutti consegnato nelle mani dell’unico uomo rimasto al paese, il postino, capace anche di inventarsi le lettere pur di non far trapelare con le mogli il dramma vissuto dai poveri mariti. Un monito, quello di Italiani Cìncali!, a chi oggi cerca di dimenticare quello che eravamo per condannare ciò che altri paesi ora fanno con l’Italia, terra di immigrazione.