Mario Perrotta

Il Giorno

I racconti di quando gli stranieri eravamo noi Sul palco solo una sedia di legno, ma la scena è piena, affollata di parole, di storie, di denunce. La riempie Mario Perrotta con il suo Minatori in Belgio, prima parte di un progetto che sotto il titolo complessivo Italiani cìncali! comprende anche La turnàta (in scena […]

I racconti di quando gli stranieri eravamo noi

Sul palco solo una sedia di legno, ma la scena è piena, affollata di parole, di storie, di denunce. La riempie Mario Perrotta con il suo Minatori in Belgio, prima parte di un progetto che sotto il titolo complessivo Italiani cìncali! comprende anche La turnàta (in scena dal 6 al 18 marzo). Sono i sogni, e le molte vite infrante di quanti, negli ani Quaranta e Cinquanta, partirono alla volta di un Eldorado che si concretizzò, invece, in un calvario vissuto, per chi ha avuto la forza e la fortuna di sopravvivere, nel sottosuolo minerario del Belgio. La data fatidica è l’8 agosto 1956, il luogo: la miniera di Martinelle, in Belgio. Le cifre: 262 morti, 136 dei quali italiani. Ma non fu solo questo. In quegli anni la media dei morti nelle miniere belghe era uno ogni tre giorni. Sempre. E “Minatori” denuncia e racconta. Il bravo Perrotta denuncia snocciolando cifre, dati e dichiarazioni ufficiali degne di un “Blob” della vergogna. E racconta, dopo un lavoro di ricerca e di dialogo (durato quattro anni) con chi quel calvario lo visse in prima persona, interviste e spaccati di vita vera che propose anche in un breve video al termine dello spettacolo scritto insieme a Nicola Bonazzi.
È un postino che racconta la storia di un piccolo paese del Sud che si svuota per la “grande occasione”. Un postino che sa tutto di tutti, perché in un paese è l’unico a saper leggere e scrivere. E legge, le lettere che arrivano dagli uomini emigrati in Belgio, e scrive, le risposte delle donne che sono dovute rimanere in paese. Perrotta, che aspettiamo di rivedere in La turnàta, già presentato la scorsa stagione al Verdi, e dedicato all’emigrazione in Svizzera vista attraverso gli occhi di un bambino segregato in casa perché forzatamente clandestino, denuncia e racconta con bravura, buon ritmo e tempi giusti. Misurato ma non troppo, per uno spaccato duro e triste. Ma anche necessario perché non abbia a ripetersi, e anche perché si comprenda come noi, chiamati dagli svizzeri “cìncali”, cioè zingari, eravamo ieri gli emigranti, gli stranieri, che oggi, spesso, non tolleriamo nel nostro Paese.
Italiani cìncali. Andata e turnàta di Mario Perrotta e Nicola Bonazzi, con Mario Perrotta. Minatori in Belgio fino al 4 marzo e La turnàta dal 6 al 18 marzo, al Leonardo.