I minatori di Perrotta fanno riflettere
Due spettacoli, una mostra e un documentario per parlare del nostro passato di emigranti, per guardare a un ieri che stentiamo a riconoscere nell’oggi di tante persone che cercano nel nostro Paese, quello che noi cercavamo negli anni Cinquanta, in Belgio, in Svizzera e in giro per il mondo: Italiani Cìncali! Andata e turnàta è un prezioso progetto per non dimenticare. Mario Perrotta, autore con Nicola Bonazzi, propone il primo spettacolo “Minatori in Belgio”, racconto doloroso dell’emigrazione di lavoratori reclutati per le miniere dove ogni anno, in una cupa lista che diventa agghiacciante litania, centinaia di italiani, e non solo, muoiono per incidenti sul lavoro e moriranno per silicosi. Italiani Cìncali!, italiani zingari dell’Europa e del mondo, lavoratori di serie B disprezzati, evocati dalla memoria di un postino, unico uomo rimasto in un paese del Salento, popolato di vecchi, bambini e donne sole, coraggiose e piene di dignità anche nella disperazione dell’abbandono forzato. Perrotta, narratore di verità sempre vive, è il postino che legge e scrive per chi non sa leggere e scrivere, consola e si dispera con chi rimane e con loro aspetta. E racconta storie di ordinaria povertà, di braccia “vendute” dal governo in cambio di sconti sul carbone importato, senza sapere nulla sulle future condizioni di lavoro, “nordici” e “cafoni” del Sud che scavano nelle viscere di montagne nella “Belgicche” a Charleroi a Martinelle, dove l’8 agosto nel 1956 si ebbe l’incidente più grave, ma non inaspettato, nel quale morirono 262 minatori di cui 136 italiani, una strage. Sullo sfondo, un’Italia distrutta e affamata. Minatori in Belgio ha l’epica di un aspro poema popolare che il bravo Mario Perrotta con accenti del suo leccese, racconta con intensità dando vita ad un teatro civile che accende la commozione e lo sdegno, e impone la riflessione.