L’etica del Misantropo
[…] Se Roberto Latini coglie il sintomo di un teatro pronto a tornare alla phoné lasciando i bagliori delle scene, Mario Perrotta ne coglie il desiderio di respirare classico, di allargare i confini. Mette da parte, con coraggio, i successi degli assoli (la doppietta di Italiani cincali e La Turnata su memorie di emigranti), e passa a un Molière corale per otto attori. Traducendo, aggiornando al contemporaneo i riferimenti del testo, lavorando all’attualità politica di un Misantropo che si fa “militante dell’etica”. Un uomo disgustato dagli intrecci scandalosi di potere e politica. Perrotta si fa vanesio e untuoso Oronte, lasciando a Marco Toloni il cipiglio serio di Alceste. Nell’equilibrata orchestra dei recitanti spicca però la Celimene di Paola Roscioli, puntualissima fra toni di civetteria e lampi di cattiveria.