Mario Perrotta

La Repubblica

Il Misantropo secondo Perrotta C’è memoria del teatro del primo Mario Perrotta, negli otto personaggi che a Inequilibrio (Castiglioncello) egli dissemina su sgabelli nel vuoto. C’è la politica, ne il Misantropo di Molière che Perrotta traduce e realizza avviando una “Trilogia sull’individuo sociale” (seguiranno Aristofane e Flaubert). C’è sana denuncia della piaggeria verso il potere […]

Il Misantropo secondo Perrotta

C’è memoria del teatro del primo Mario Perrotta, negli otto personaggi che a Inequilibrio (Castiglioncello) egli dissemina su sgabelli nel vuoto. C’è la politica, ne il Misantropo di Molière che Perrotta traduce e realizza avviando una “Trilogia sull’individuo sociale” (seguiranno Aristofane e Flaubert). C’è sana denuncia della piaggeria verso il potere che Alceste (Marco Toloni) non tollera. E c’è accusa per i nostri leader sornioni, indignazione per le escort d’alto bordo con riferimento a una pur acuta Célimene (Paola Roscioli), e scherno per la retorica di Oronte che Perrotta impersona. E c’è ritmo e senso.