Il Misantropo secondo Mario Perrotta
Il Misantropo di Molière, visto e riletto secondo la lente di ingrandimento di Mario Perrotta attore e regista, ma soprattutto, autore tra i più brillanti nel firmamento della nuova schiera di “autori impegnati socialmente”. Un fuoriclasse al pari dei vari Ascanio Celestini e Marco Paolini, che sanno portare la prosa più impegnata e irriverente all’attenzione del grande pubblico, entrato a far parte l’altra sera del viaggio del Play Art 2009. (…) Uno dei migliori pezzi di teatro visti ad Arezzo negli ultimi anni. (…) La riattualizzazione riletta da Perrotta trova la sua massima espressione nel gioco della scena dei ritratti, un classico del Molière autore della corte di re Sole. (…) Con molto classe l’autore leccese, si può permettere di lanciare tutte le frecciate possibili, stigmatizzando chi vuole. (…) Dal D’Alema astuto e “massimo” regista, che da dietro le quinte lancia il sasso nasconde la mano, al Casini che dal “centro” tesse le fila, al cortigiano Vespa che “bussa porta a porta” a Maria De Filippi potente solo grazie al marito, fino al “Re nano che s’alza sui tacchi, che pur non danno la statura per reggere un paese”. Infine uno degli stratagemmi più riusciti. Il gioco degli specchi nelle mani dei pritagonisti. Nello specchio si riconosce le propria identità e se ne rinvia una deformata agli altri.
Una trasposizione in italiano riuscitissima.