Mario Perrotta

Il Gazzettino

Aristofane reso attuale dalla prova di Perrotta È lo spettacolo che poche settimane fa si è aggiudicato il prestigioso Premio Ubu (in pratica, l’Oscar del teatro italiano) a regalare tante risate e inquietanti spunti di riflessione ad una nuova tappa del calendario di Akropolis.12, rassegna di teatro civile del Teatro Club di Udine. Sulle tavole […]

Aristofane reso attuale dalla prova di Perrotta

È lo spettacolo che poche settimane fa si è aggiudicato il prestigioso Premio Ubu (in pratica, l’Oscar del teatro italiano) a regalare tante risate e inquietanti spunti di riflessione ad una nuova tappa del calendario di Akropolis.12, rassegna di teatro civile del Teatro Club di Udine. Sulle tavole del Palamostre, lo scorso sabato 14 gennaio, é andato infatti in scena I Cavalieri – Aristofane Cabaret, divertente e intelligente rilettura della comicità del commediografo della Grecia classica, che si rivela sorprendentemente attuale nell’interpretazione di Mario Perrotta (che ha curato anche allestimento e regia), assieme a Paola Roscioli, Lorenzo Ansaloni, Maria Grazia Solano, Giovanni Dispenza, Donatella Allegro, e con le musiche dal vivo di Mario Arcari. Sembra quasi incredibile, infatti, quanto questo testo di 2500 anni fa, con pochi ritocchi atti a rievocare i fatti della cronaca più recente, possa essere una feroce ma quanto mai azzeccata fotografia dei vizi dell’uomo, del suo conformismo, della sua propensione a rifugiarsi nei luoghi comuni, nella sua propensione all’ipocrisia, all’adulazione, alla corruzione. Il tutto narrato con ritmo e umorismo, a più voci magistralmente interpretate tra le quali si intravedono palesi «infiltrazioni» di commedia dell’arte, riferimenti all’avanspettacolo e alla tradizione petroliniana, suggestioni quasi brechtiane, in un mix di comicità urticante, irriverente e tutt’altro che scontata. Lo spettacolo, assieme al molièriano Misantropo e al prossimo Bouvard e Pécuchet di Flaubert, è parte della “Trilogia dell’individuo sociale”, percorso che Perrotta ha intrapreso appunto per esplorare, con il linguaggio diretto, efficace e allusivamente sarcastico del cabaret, la disgregazione della società contemporanea, sempre più dimentica del diritto/dovere del senso di responsabilità individuale.