Mario Perrotta

Il Domani

Perrotta suggerisce lo sciopero del sesso Sarà per il fatto che a Bologna la ricerca di un “uomo nuovo” è una caccia aperta ormai da mesi, e che tra l’altro, in passato portò in auge proprio un“carnezzaro ”(cioè un macellaio) a cui per cinque anni è spettata la fascia di primo cittadino. Oppure forse sarà […]

Perrotta suggerisce lo sciopero del sesso

Sarà per il fatto che a Bologna la ricerca di un “uomo nuovo” è una caccia aperta ormai da mesi, e che tra l’altro, in passato portò in auge proprio un“carnezzaro ”(cioè un macellaio) a cui per cinque anni è spettata la fascia di primo cittadino. Oppure forse sarà per quel giuramento di Lisistrata, il primo “sciopero del sesso” della storia, che attualizzato ai giorni nostri sembra suggerire la più eversiva delle risposte all’ormai celebre kamasutra berlusconiano, il biglietto da visita italiano oltreconfine che ha rimpiazzato i ben più degni pizza e mandolino. Fatto sta che la rilettura che Mario Perrottafa fa de I Cavalieri i di Aristofane diverte, solletica, affascina sin dalle prime battute, catturando poi attenzione e simpatia del pubblico fino alla chiusura del sipario. Un Aristofane “rovistato e scorretto”, spiega lo stesso Perrotta all’esordio sulla scena, che intreccia i temi dell’antica commedia coni tormentoni del nostro mondo catodico, fotografato nel pieno della litania sulla crisi (“Madonna che crisi!”).
Il testo insomma è rimaneggiato ad arte, e regia e cast vi si muovovono con bravura e intelligenza, guadagnand ominuto dopo minuto il grande applauso del finale.