Calvino interpretato da Perrotta. Emozioni al festival Kilowatt
Lo si era visto come s/Calvino, spettacolo potente, una struttura drammaturgica perfetta, travolgente, un grumo di emozioni che continua a pulsare nel tempo, opera di/con Mario Perrotta. Lo si è rivisto a Kilowatt, il festival di Sansepolcro con un nuovo titolo, «Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà», sembrando la prima scelta poco compresa, un «s» quasi come opposizione al grande, amatissimo autore di cui ricorrono i cento anni dalla nascita. Lo spettacolo, fortunatamente intatto, ugualmente vorticoso: un breve frammento del racconto «La giornata di uno scrutatore» si dilata, con un personaggio minore, quel nano che al Cottolengo incrocia lo sguardo dell’onorevole in visita il giorno delle elezioni, che, liberò per quell’ora di teatro, la giacca luminosa, può prendere la parola, sintesi di molteplici sofferenze, tante in quel luogo, spastico, deforme, solo versi dalla sua bocca impossibile da guidare, ma che per magia, solo bloccato su una sedia, può finalmente svelare i suoi pensieri, suoi e di quella comunità su cui scorre appena uno sguardo di superficie. Così d’abitudine. Il pubblico di Parma può segnare subito la data del 3 febbraio: «Come una specie di vertigine» è in calendario a Ragazzola per la prossima stagione, 23/24, sempre scelti con cura, sensibilità teatrale, gli spettacoli da Roberto Oddi.